Già da un po’ l’idea di
andare in val Piana ci ronzava in testa, complice le difficoltà per raggiungere
la val Daone decidiamo di buttarci alla
scoperta di questa zona.Partendo alle 5:30 da
Castegnato riusciamo ad anticipare la solita ressa di sciatori diretti in
Tonale, e dopo qualche manovra non convenzionale per parcheggiare, alle 7:45
siamo già con gli scarponi a piedi.
Ai piedi però pensiamo
bene di non mettere le ciaspole ( che avevamo in macchina!) perché la neve
sembrava poca…in effetti fino alla malga grossi problemi non ce ne sono perché
la traccia è buona…
I problemi vengono dopo!
Molta neve fresca, sprofondiamo parecchio e l’avanzata verso l’attacco procede
molto a rilento.
Il programma era di
salire la Grande e Salto Alto ma vista la neve ci sembrano immensamente
lontane. Vediamo alla nostra sinistra Il gesto del Maestro, sembra in buone
condizioni e valutiamo come certamente alla nostra portata i primi due tiri
cosi decidiamo di provarci.
Solita neve maledetta e
imprecando e sudando arriviamo all’attacco. Subito dietro di noi ci hanno
raggiunti due forti alpinisti, Jonny (di cui non ricordo il vero nome)e Marco
detto il pugile con il nostro stesso obbiettivo.
Ammetto che sapendo parte
del loro curriculum alpinistico mi sento un pochino in ansia e temo di sfigurare.
Pronti via…il primo tiro si
presenta come una facile rampa con qualche breve muretto, ma il ghiaccio è
tutt’altro che buono, spesso infatti è coperto da un fastidioso strato di neve
trasformata che rende necessario un lavoro extra sia in fase di battuta della
piccha che in fase di chiodatura per andare a prendere “il buono” .
A pochi metri dalla fine
delle corde sosto su ghiaccio e chiamo Luca che mi raggiunge senza nessun
problema. Parallelamente anche i nostri due compagni occasionali arrivano in
zona anche se optano per sostare un po’
prima di noi.
Il secondo tiro parte con
un breve muretto lavorato, sempre con del ghiaccio non certo ottimale, siamo
entrambi convinti che con questo tiro arriverò sotto la candela, ma non è cosi…
Sempre sfruttando in pieno
i 60 metri di corda arriva al pelo a far sosta sotto un altro muretto.
L’altra cordata decide di
fare sosta un po’ prima sfruttando una pianta sulla sinistra.
A occhio con questo tiro
si può tranquillamente superare la
candela e sostare fuori, ma per sicurezza decido di far sosta sotto la candela
in modo di poter recuperare un attimo le energie ed essere visibile da Luca in
caso ci fosse qualche problema. Questo
tiro “intermedio” comunque ha uno
sviluppo di almeno 25 metri.
La candela è fatta bene, buon
ghiaccio e una buona base…decido di provarci.
È la mia prima candela,
cerco di muovermi al meglio per non sprecare energie ma ben lontano da fare “il
gesto del maestro” , diciamo che su ci arrivo!
Fuori dalla candela
verrebbe da pensare “è fatta” ma non è cosi…torna del gran bel ghiaccio
marcio ma molto più verticale e la salita diventa precaria. Anche l’uscita finale,
dove la cascata spiana è molto delicata.
Non trovo nulla per fare
una sosta decente e decido di cercare qualcosa lungo un canale che sale alla
destra dell’uscita, riesco solo a rimediare delle “belle” clessidre di ghiaccio
e a mettere mezza vite.
La corda ancora una volta
è finita, metto Luca in piastrina e aspetto che parta.
Recupero la corda piano
piano ed a un certo punto sento le corda tesa….mmm…non sarà mica volato? Mi
preoccupo un po’ ma penso che probabilmente si è appeso mentre litigava con
qualche vite da togliere…
Passa un po’ di tempo ma
nada… è sempre fermo. Bho!
Mi guardo in giro, penso
a mille cose e il tempo passa…poi vedo arrivare il Jonny che mi dice che Luca
ha perso una picca e l’altra l’ha presa a testate …ma mi rassicura dicendomi
che non si è fatto niente e che sta per arrivare sano e salvo!
Quando Luca arriva il
sangue sul viso è degno di un film di Tarantino ma il suo sorriso fa capire che
non è grave! Nessuno proiettile in fronte per lui ma una bella picozzata!
Ovviamente decidiamo di
unire le forze per fare le calate, il pugile ha notato un cordone su una pianta
appena a sinistra dell’uscita della cascata (chissà dove cavolo ho guardato io
quando sono passato di li!) e in effetti è il “via” per le calate giuste che ci
permettono di tornare alla base.
Il sentiero del rientro,
nonostante la traccia è ancora un po’ una rottura di scatole per la neve, ma
passa via veloce visto quant’ero felice.
A volte un po’ di
“buttarsi” serve, se ci fossimo fermati al grado dato dalla guida o all’aspetto
che aveva da lontano o alle seghe mentali che random partono
probabilmente non l’avremmo mai nemmeno attaccata, invece era si non facile, ma
alla nostra portata e con un pochino di margine di sicurezza (indispensabile).
un po' di magia della val Piana |
Il gesto del Maestro |
prima sosta |
seconda sosta |
terza sosta - la candela |
uscendo dalla candela |
canale finale |
Luca "sparato" |
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