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Castegnato, Brescia, Italy
Da qualche parte ho letto che chi va in montagna è sempre in cerca di qualcosa … non so se è una regola valida per tutti gli alpinisti, sicuramente lo è per me. Sono Massimiliano Bocchio, nato il 29 maggio del 1980, cresciuto a Calcinato e dal luglio 2012 residente a Castegnato. Mi sono diplomato come geometra nel 1999 al Tartaglia di Brescia, con il massimo dei voti, e ho studiato architettura al Politecnico di Milano, fermandomi a pochi esami dalla Laurea. Ho lavorato in alcuni studi tecnici come geometra e progettista d’interni, ho fatto l’agente di commercio per due anni e ora, dall’ottobre 2010, sono responsabile dell’ufficio tecnico presso un azienda di bagni prefabbricati. Oltre al mio lavoro diurno, c’è dal 1999, un lavoro notturno come dj che amo e che mi permette di coltivare una delle mie passioni ossia la musica. Amo la montagna,l'alpinismo è diventanto parte inscindibile della mia vita. Questo blog nasce dalla voglia di mettere in ordine pensieri, esperienze e sogni.

sabato 26 gennaio 2013

Il gesto del maestro, Val Piana 26/01/2013


Già da un po’ l’idea di andare in val Piana ci ronzava in testa, complice le difficoltà per raggiungere la val Daone  decidiamo di buttarci alla scoperta di questa zona.Partendo alle 5:30 da Castegnato riusciamo ad anticipare la solita ressa di sciatori diretti in Tonale, e dopo qualche manovra non convenzionale per parcheggiare, alle 7:45 siamo già con gli scarponi a piedi.
Ai piedi però pensiamo bene di non mettere le ciaspole ( che avevamo in macchina!) perché la neve sembrava poca…in effetti fino alla malga grossi problemi non ce ne sono perché la traccia è buona…
I problemi vengono dopo! Molta neve fresca, sprofondiamo parecchio e l’avanzata verso l’attacco procede molto a rilento.
Il programma era di salire la Grande e Salto Alto ma vista la neve ci sembrano immensamente lontane. Vediamo alla nostra sinistra Il gesto del Maestro, sembra in buone condizioni e valutiamo come certamente alla nostra portata i primi due tiri cosi decidiamo di provarci.
Solita neve maledetta e imprecando e sudando arriviamo all’attacco. Subito dietro di noi ci hanno raggiunti due forti alpinisti, Jonny (di cui non ricordo il vero nome)e Marco detto il pugile con il nostro stesso obbiettivo.
Ammetto che sapendo parte del loro curriculum alpinistico mi sento un pochino in ansia e temo di sfigurare.
Pronti via…il primo tiro si presenta come una facile rampa con qualche breve muretto, ma il ghiaccio è tutt’altro che buono, spesso infatti è coperto da un fastidioso strato di neve trasformata che rende necessario un lavoro extra sia in fase di battuta della piccha che in fase di chiodatura per andare a prendere “il buono” .
A pochi metri dalla fine delle corde sosto su ghiaccio e chiamo Luca che mi raggiunge senza nessun problema. Parallelamente anche i nostri due compagni occasionali arrivano in zona anche se optano  per sostare un po’ prima di noi.
Il secondo tiro parte con un breve muretto lavorato, sempre con del ghiaccio non certo ottimale, siamo entrambi convinti che con questo tiro arriverò sotto la candela, ma non è cosi…
Sempre sfruttando in pieno i 60 metri di corda arriva al pelo a far sosta sotto un altro muretto.
L’altra cordata decide di fare sosta un po’ prima sfruttando una pianta sulla sinistra.
A occhio con questo tiro si può  tranquillamente superare la candela e sostare fuori, ma per sicurezza decido di far sosta sotto la candela in modo di poter recuperare un attimo le energie ed essere visibile da Luca in caso ci fosse qualche problema.  Questo tiro “intermedio”  comunque ha uno sviluppo di almeno 25 metri.
La candela è fatta bene, buon ghiaccio e una buona base…decido di provarci.
È la mia prima candela, cerco di muovermi al meglio per non sprecare energie ma ben lontano da fare “il gesto del maestro” , diciamo che su ci arrivo!
Fuori dalla candela verrebbe da pensare “è fatta” ma non è cosi…torna del gran bel ghiaccio marcio ma molto più verticale e la salita diventa precaria. Anche l’uscita finale, dove la cascata spiana è molto delicata.
Non trovo nulla per fare una sosta decente e decido di cercare qualcosa lungo un canale che sale alla destra dell’uscita, riesco solo a rimediare delle “belle” clessidre di ghiaccio e a mettere mezza vite.
La corda ancora una volta è finita, metto Luca in piastrina e aspetto che parta.
Recupero la corda piano piano ed a un certo punto sento le corda tesa….mmm…non sarà mica volato? Mi preoccupo un po’ ma penso che probabilmente si è appeso mentre litigava con qualche vite da togliere…
Passa un po’ di tempo ma nada… è sempre fermo. Bho!
Mi guardo in giro, penso a mille cose e il tempo passa…poi vedo arrivare il Jonny che mi dice che Luca ha perso una picca e l’altra l’ha presa a testate …ma mi rassicura dicendomi che non si è fatto niente e che sta per arrivare sano e salvo!
Quando Luca arriva il sangue sul viso è degno di un film di Tarantino ma il suo sorriso fa capire che non è grave! Nessuno proiettile in fronte per lui ma una bella picozzata!
Ovviamente decidiamo di unire le forze per fare le calate, il pugile ha notato un cordone su una pianta appena a sinistra dell’uscita della cascata (chissà dove cavolo ho guardato io quando sono passato di li!) e in effetti è il “via” per le calate giuste che ci permettono di tornare alla base.
Il sentiero del rientro, nonostante la traccia è ancora un po’ una rottura di scatole per la neve, ma passa via veloce visto quant’ero felice.

A volte un po’ di “buttarsi” serve, se ci fossimo fermati al grado dato dalla guida o all’aspetto che aveva da lontano o alle seghe mentali che random partono probabilmente non l’avremmo mai nemmeno attaccata, invece era si non facile, ma alla nostra portata e con un pochino di margine di sicurezza (indispensabile).

L’abbiamo porta a casa anche questa volta come si usa dire, si, la cascata e la lezione .



un po' di magia della val Piana

Il gesto del Maestro

prima sosta

seconda sosta

terza sosta - la candela
uscendo dalla candela

canale finale

Luca "sparato"


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