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Castegnato, Brescia, Italy
Da qualche parte ho letto che chi va in montagna è sempre in cerca di qualcosa … non so se è una regola valida per tutti gli alpinisti, sicuramente lo è per me. Sono Massimiliano Bocchio, nato il 29 maggio del 1980, cresciuto a Calcinato e dal luglio 2012 residente a Castegnato. Mi sono diplomato come geometra nel 1999 al Tartaglia di Brescia, con il massimo dei voti, e ho studiato architettura al Politecnico di Milano, fermandomi a pochi esami dalla Laurea. Ho lavorato in alcuni studi tecnici come geometra e progettista d’interni, ho fatto l’agente di commercio per due anni e ora, dall’ottobre 2010, sono responsabile dell’ufficio tecnico presso un azienda di bagni prefabbricati. Oltre al mio lavoro diurno, c’è dal 1999, un lavoro notturno come dj che amo e che mi permette di coltivare una delle mie passioni ossia la musica. Amo la montagna,l'alpinismo è diventanto parte inscindibile della mia vita. Questo blog nasce dalla voglia di mettere in ordine pensieri, esperienze e sogni.

lunedì 12 agosto 2013

Don Quixote, Marmolada

Per il Cervino lo scorso anno è stata "buona la prima" ma per la Marmolada no, è servito un "secondo atto".
Atto di forza come il film? D'incoscienza? Di follia? O di tutte le cose insieme?

Mi capita spesso mentre corro o nuoto, che fra gli allenamenti che faccio sono sicuramente i più pallosi, di pensare perché...perché lo faccio...allora sfoglio la mia "obiettivi list" densa di "big dream"...e sul podio di questa lista c'era la Marmolada.
Lo scorso anno ci ha detto no, abbiamo sbagliato l'attacco e quando l'abbiamo capito era troppo tardi, ora dopo averla fatto penso che è stato meglio cosi.
Non so perché ma mi viene a pensare a un acronimo che girava quando ero giovane (vent'anni fa!) C.B.C.R....cresci bene che ritorno...solo che questa volta non ero io a pensarlo mentre passavo davanti all'oratorio in vespa e vedevo le "nuove leve", era la signora Marmolada che l'ha detto a me e Luca.

Quest'anno abbiamo deciso di fare le cose super bene, il primo giorno oltre ad arrivare al rifugio siamo andati a cercare l'attacco per non sbagliare ancora.
La sera ci raggiungono dei nostri amici, boris e davide, che hanno il nostro stesso obiettivo ma con un approccio un pò più soft, ossia spezzando la salita in due giorni bivaccando sulla cencia posta circa a metà parete.
Io e Luca vogliamo tentare la salita in giornata, sapendo benissimo che se i tempi prestabiliti non vengono rispettati, c'è sempre la possibilità di calarsi in cengia e fare eventualmente la seconda parte della salita il giorno dopo in quattro, aspetto che dal punto di vista psicologico un pochino aiuta di sicuro!
Durante la cena al rifugio Falier, dal quale sono partiti praticamente tutti gli attori che hanno  celebrato fino ad ora l'opera "Marmolada", iniziamo ad "annusarci" in giro, molti escursionisti e pochi alpinisti...6 per la precisione, una coppia di francesi sulla quarantina abbondante diretti sulla via dell'ideale (presente nella mia dream list) e due cordate di italiani, anche loro  con delle facce da gente che ne sa...diretti al pesce.
Come direbbe un mio amico romano... Me Cojoni!!!
Ma in fondo...anche noi non siamo qua a pettinare le bambole! Don Quixote, Marmolada, Maricher (l'apritore) tutte cose che meritano quanto meno rispetto.
Io sono teso, come mai lo sono stato per una salita. Parto da casa teso, sono teso durante il viaggio, sono teso sempre prima di toccare la roccia...non so è per la lunghezza della via, per l'imponenza della parete, o più semplicemente perchè questa estate ho scalato pochissimo in ambiente per motivi lavorativi.
Cos'è cambiato rispetto allo scorso anno?
Sicuramente un diverso approccio mentale e una diversa preparazione fisica, non che lo scorso anno fossi fuori strada...ma il tempo e la continua ricerca aiuta a trovare la personale "ricetta" per crescere.
Poi, altra tappa fondamentale è stato il corso di roccia avanzato fatto con la società Ugolini.
Società storica Bresciana che ha formato moltissimi alpinisti, insegnando tecnica ed etica in montagna, io e Luca ne siamo fieri soci.
Un corso che ci ha dato tantissimo, in primis ci ha permesso di stringere amicizia con Claudio Inselvini che è stato il nostro istruttuore e direi anche guru, in secondis ( si può dire?) di "mettere apposto"come lui stesso ci ha detto un paio di cosine.
Le cosine per inciso erano...proteggersi bene con friend e dadi, chiodare, autosoccorso e arrampicata in artificiale.
Tutte cose FONDAMENTALI quando i sogni corrono molto lontani da una falesia spittata ogni 2 metri.

ore 3:55, suona la sveglia.

Un serie di gesti meccanici, poche parole, colazione, zaino in spalla e via (4:30)...
partiamo per primi dal rifugio, le altre cordate ci seguono a breve distanza.
L'attacco ancora si fa un pochino desiderare...ma alla fine arriva quel momento in cui il mondo da orizzontale è solo verticale.
5:30 via si parte...con la luce della frontale facciamo i primi tiri. Roba facile, ma va bene cosi, ci scaldiamo come si deve.
Io e Luca ci alterniamo con un buon ritmo, nei primi tiri vediamo bene le due cordate alla nostra sinistra impegnate sulla parte bassa del Pesce.
Capiamo che abbiamo un buon ritmo, pochissime esitazioni e una buona velocità.
Il diedro che ci porta in cengia arriva abbastanza velocemente, meglio di quando ci aspettassimo..alle 10 circa abbiamo già fatto circa 350 metri di parete...mangiamo qualcosa, la decisione se procedere o meno in giornata è presto presa...il tempo c'è, il meteo non è al top, decisamente freddino e con una fastidiossima nebbia ma dovrebbe reggere, via andiamo!
Percorriamo la cengia in salita fino ad arrivare alla parte alta della parete...il famoso pilastro è li di fronte a noi...tutte le foto viste e riviste ora hanno preso una prospettiva assolutamente reale.
Sembra meno cattivo da vicino, sembra.
I primi due tiri per alzarsi sono sono su placca, ovviamente come per praticamente tutta la via tranne i tiri più duri, non c'è quasi nulla...un paio di chiodi per tiro è già un lusso!
Qua ci incasiniamo un pò, probabilmente trovo una sosta intermedia o di qualche variante e sprechiamo un pò di tempo per tornare in sincronia con la relazione.
Per la cronaca abbiamo seguito quasi fedelmente quella di sass baloss, anche perchè le fotocopie della guida del Giordani le avevo lasciate in auto!
Saliamo ancora e arriviamo al primo tiro un pò cane della parte bassa, partenza dalla sosta in strapiombo e poi via di roba impegnativa.Tocca a me ma non sono troppo cattivo ed esito un pò, non ce ne sono di storie in un giorno cosi importante non sono al 100%, il freddo e la nebbia quando sono su roccia mi pesano tantissimo in termini di lucidità mentale. Altri quattro tiri soft ci permettono di alzarsi e arrivare al famoso tiro in A0 o VI+. Tocca a me...sono cosciente che cattiveria e lucidità oggi non sono con me, provo a fare qualche passo in libera ma poi decido di procedere tutto in A0, non siamo in falesia, non si vola su spit se si sbaglia non puoi farti calare a andare a farti una birra. Pazienza. So che la cosa mi brucia e mi brucerà ancora...ma la Marmolada è ancora li e chissà che magari prima o poi riuscirò a rifarla pulita al 100%.
Questo tiro mi spolpa per bene, inizio a sentire le energie esaurirsi. La freschezza e la fluidità della parte bassa della via sono un lontano ricordo.
Altro tiro altro regalo. Questa volta parte facile e poi diventa cattivo, c'è da proteggersi parecchio ma in qualche modo lo soffro molto di meno rispetto al tiro precedente anche se lo danno comunque per VI.
Parte Luca, un vero toccasana per me...peccato che più ci si alza...più ci si avvicina alla vetta...più c'è "roba" poco sana...la roccia da meno fiducia e il proteggersi diventa sempre più pesante mentalmente.
Come spesso capita per queste pareti non c'è solo un'uscita possibile, noi cerchiamo di seguire una linea che interpretiamo come quella della relazione, ma non sono molto convinto che sia stata quella giusta! traverso in salita su roba un pò marcia, poco proteggibile e che porta ad una sosta su roba marcia nel vuoto e con successiva partenza in strapiombo! cosa chiedere di meglio? provo a piantare un chiodo ma nulla...anzi...uno mi vola giù per la parete. va bhe! terrà no? poi io e Luca abbiamo deciso che non si vola...e infatti non siamo mai volati! il tiro dopo tocca a Luca, io sono gelato, batterie fisiche e mentali quasi a zero...spero che sbuca in vetta ma non è cosi...trova due spit martellati, proprio come nella relazione e scatta un pò di buon umore...siamo quasi fuori...
l'ultimo tiro lo fa ancora Luca, non banalissimo e poi sbuca fuori in vetta!
Come spesso capita di leggere in vetta non è che si vede la madonna (tranne in quelle con la statua) o si tocca il cielo con un dito etc o tutte quelle cose li da film americano...
Siamo felici si, molto soddisfatti, ma non si vede quasi un cavolo vista la nebbia e visto l'orario! le 21! la priorità ora è solo scendere e andare al bivacco. Ci sarà tempo per festeggiare.
Ad occhio ci saremmo calati verso sinistra (guardando il ghiacciaio) ma la posizione degli spit mi insospettisce e infatti è scendendo a destra che trovo l'altra sosta per la doppia...che ci porta con le nostre belle scarpette d'arrampicata direttamente sul ghiacciao della Marmolada! Terra...anzi no, Ghiaccio! uff...come lo si desidera a volte!
Infiliamo le scarpe bassa d'avvicinamento, usiamo il martello come picca e via in costa per il ghiacciao  fino ad arrivare al Bivacco all'interno della stazione alta della funivia, trovato non senza difficoltà/bestemmie e altre imprecazioni di varia natura.
Bivaco che più freddo di cosi...una stanta di 2 metri per 2 in cemento ricava dal locale macchina della funivia..senza una panca in legno o nulla di simile. Ci buttiamo a terra cercando di isolarci come meglio riusciamo. Luca ha il materassino e il sacco da bivacco, io uso anche il jolly del telo termico. Pur indossando tutto quello che abbiamo non riusciamo a chiudere occhio.
Pazienza. Per ammazzare il tempo Luca alle 2:30 mi propone di sistemare il materiale... la prossima volta che bivacchiamo porto le carte da briscola però!
Per noi è il primo bivacco...e mi sa che di cose ne abbiamo imparate!
Diamo notizie di noi a casa ma non basta, un sms dal cuore va anche a Claudio, quello che ci ha dato è stato determinante.
La mattina il sole è spettacolare, la vista da togliere il fiato...abbiamo fatto tutta 'sta fatica anche per questo in fondo! Prendiamo la funivia e scendiamo, zero voglia di camminare.
Si ritorna a casa, il meteo non ci permette di stare "in zona" per fare altro.
Anche ora, a distanza di oltre un mese, mi sembra ancora di essere li.
Penso a tante cose, penso al fatto che ce l'abbiamo fatto, e una via cosi lascia il segno, insegna tanto e butta un sacco di legna su un fuoco che brucia e brucia e brucia.
A casa poi ti senti piccolo, ma i sogni sono sempre di più e sempre più grandi.
Mi rimprovero certamente di non essere arrivato all'appuntamento pronto al 100% mentalmente.
Lo zaino era maledettamente pesante, non quello alle mie spalle, ma l'altro, quello invisibile pieno di paure, autolimiti, problemi di ogni giorno che come tanti sassi ti rendono la mente pesante e magari non ti permettono di ascoltare bene il cuore.
Come per il Cervino, il primo pensiero è stato "mai più"...il secondo è..."quando si riparte?"
Spero di tornare al cospetto della SUD, magari dopo aver sconfitto qualche altro mulino a vento.

La Sud


Il pilastro in centro
 
pronti via!

 
Luca , pen'ultimo tiro prima della cengia


io circa a metà parete


quasi in cengia...
al via la fase 2!
Luca a caccia di chiodi e nebbia



..avevo giusto voglia di uno strapiombo!

 


stiamo "uscendo dal facile"


 
 




quasi fuori!


..ed è vetta!

 
si scende di la?

Bivacco pronto

Cosa fare alle 2 di notte visto che non si dorme dal freddo? dividiamo il materiale! 
io e Luca