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Castegnato, Brescia, Italy
Da qualche parte ho letto che chi va in montagna è sempre in cerca di qualcosa … non so se è una regola valida per tutti gli alpinisti, sicuramente lo è per me. Sono Massimiliano Bocchio, nato il 29 maggio del 1980, cresciuto a Calcinato e dal luglio 2012 residente a Castegnato. Mi sono diplomato come geometra nel 1999 al Tartaglia di Brescia, con il massimo dei voti, e ho studiato architettura al Politecnico di Milano, fermandomi a pochi esami dalla Laurea. Ho lavorato in alcuni studi tecnici come geometra e progettista d’interni, ho fatto l’agente di commercio per due anni e ora, dall’ottobre 2010, sono responsabile dell’ufficio tecnico presso un azienda di bagni prefabbricati. Oltre al mio lavoro diurno, c’è dal 1999, un lavoro notturno come dj che amo e che mi permette di coltivare una delle mie passioni ossia la musica. Amo la montagna,l'alpinismo è diventanto parte inscindibile della mia vita. Questo blog nasce dalla voglia di mettere in ordine pensieri, esperienze e sogni.

sabato 1 novembre 2014

Zamba, Piccole Dolomiti Bresciane


Non ce ne sono di palle!
Quest' anno è stato quello dove ho scalato meno in assoluto, vuoi perchè a giugno mi sono sposato, vuoi perché il meteo è stato poco clemente, vuoi perché ho lavorato parecchio anche nei week end. In tutta la stagione, da aprile ad ottobre, credo di esser andato in falesia una quindicina di volte…pochissime!
….un disastro!
Questo lo è perché il mio approccio alla scalata è ancora molto fisico e se non mi sento ben preparato, so di non riuscire nemmeno ad applicare due cavolo di regole base per la progressione.
Le due vie fatte ad inizio stagione con Luca e Michele le ho sofferte tantissimo dal punto di vista mentale, non ero mai tranquillo, e mi ha tolto tutto il piacere della grande scalata fatta.
L’ unica vera nota positiva della stagione? Il corso sul metodo Caruso fatto in Val di Mello a fine settembre, che sicuramente mi ha dato moltissimi spunti su come meglio muovermi e rivolgermi alla montagna.
Fissati un paio di concetti, ho iniziato subito a pensare al ghiaccio…il mio amato ghiaccio e ad allenarmi per realizzare un paio di sogni nel cassetto.
…ma fermi tutti…
Qualche settimana fa, sento il Guerza che mi propone di ripete la Sua via aperta da pochissimo alle Piccole Dolomiti Bresciane.
Sì! Quella via dedicata ad Andrea Zambaldi , morto in Himalaya.
Questa proposta mi ha fatto molto piacere, ma la prima riflessione che ho fatto è stata …“ il 6c a vista non l'ho mai avuto da quando scalo e men che meno quest'anno”…ma si sa, l'alpinismo non è mai solo una questione di numeri.
Ammetto che qualcosa da subito mi si è acceso dentro e mi ha fatto pensare “ PROVALA”…Ma che tipo di arrampicata è? tacche e buchi!...e allora …
OK VADO!E’ MIA!!!
Contatto il Macca, con il quale ci si riprometteva di tornare a fare qualcosa insieme.
E’ andata!
Accetta di provarla assieme a me.
Partenza alle 7:00 da Brescia direzione Maniva… alle 8:00 siamo già a
Destinazione.
…Si comincia…partiamo!
La prima mezz'oretta l’abbiamo dedicata all’ avvicinamento, seguendo un’ impegnativo sentiero che porta al Dosso Alto,partendo da dietro la chiesetta del parcheggio del Maniva e ...siamo presto all'attacco.
Non abbiamo nessuna relazione scritta da seguire ma solo una foto della parete con il tracciato della via e alcune foto che mi ha girato il Guerza.
Il primo tiro segue una fessura leggermente strapiombante per un paio di metri poi fa una lunga diagonale in salita verso sinistra.
Il Macca si propone di partire per primo, dentro di me sono felicissimo…il 6c voglio "papparmelo" IO.
…Pronti via!...
Il Macca parte...primo rinvio messo...secondo rinvio messo…e poi...bestemmie!
Da sotto sembra facile ma in realtà non lo è, il 6b è proprio nei primi metri e a freddo, a novembre, a nord, a 1600 m, alle 9 di mattina non è il massimo!
Passata la partenza hard, inizia a fare il traverso e circa a metà tiro altro passaggino delicato.
Il Macca passa cercando qualcosa in alto ed io provo a scendere un pò , questo forse è il modo più easy per passare.
Primo tiro: 6b…grado confermato in pieno direi!
Ora tocca a me! Gli spit sono sempre messi in modo impeccabile e sicuramente la cosa mi aiuta ad essere un pò più sereno.
Dalla sosta mi sposto ancora di qualche metro a sinistra e poi un cordino infilato in un micro buco sembra indicare che è arrivato il momento di salire. Do una rapida occhiata e vedo un paio di cose buone ma preferisco bloccarmi per ragionare bene suoi passi da fare. Effettivamente la sequenza da fare è dura ed in qualche modo passo…si tratta di almeno un paio di metri molto intensi, tra cui buchi vagamente buoni sulla sinistra e piedi su poco o niente a destra. Dopo questa parte il tiro molla un pochino come grado, passo a destra di un lamone abbastanza fisico da vincere, e poi ancora traverso in salita verso sinistra, fino ad arrivare alla seconda sosta, dove si trova libro di via.
Ne ho firmati diversi di libri di via, ma questa volta è stato diverso!
Il perché è stato lasciato lì e chi l'ha lasciato…trovandolo è stato molto toccante.
Sapendo poi, che i primi ripetitori siamo io e il Macca ed io per la prima volta firmo una "prima" mi ha reso felice come non mai!
Terzo tiro, tocca al Macca.
Parte!...ma dopo aver messo il primo rinvio e fatto qualche numero decide di ripassarmi la palla.
Provo a passare ancora più a destra da dov'è passato lui e mi sa di aver capito che è la strada giusta. Roccia ancora bella ma da circa metà tiro in poi ci si sposta camminando sulle uova. Tiro molto lungo, direi almeno 50 m, che, essendo un pò articolato e non dritto, fa fare dei bei angoli alla corda. Peccato che di rinvii lunghi ne avessimo pochi e quando sono arrivato in sosta il recupero della corda è stato impegnativo! Sosta sempre su spit appena sopra una di quelle simpatiche piante che vivono in piena parete su un fazzoletto di terra. Per il quarto tiro il Guerza mi aveva avvertito che sarebbe stato meglio, almeno per il primo di cordata…ricordati di “mettere scarpe da avvicinamento anziché salire con le scarpette d'arrampicata”… consiglio prezioso! Infatti il Macca passa veloce fra le zolle sulle rocce, io un pò meno. Tiro da 60 metri.
Il Quinto tiro tocca a me, salgo fra roba grossa spacca e gradoni, un quarto grado classico direi. C’è solo un passaggio verso la fine del tiro che richiede un pò di malizia. La sosta è su alcune piante a ridosso della cresta.
Qualche foto e giù con le doppie! 3 per arrivare quasi a terra (con l'ultima si può arrivare a circa una decina di metri da terra e scendere nel canale di sinistra fronte parete con semplice disarrampicata).
Un sospiro!…e sì!...La via mi è piaciuta!
Ci sono molti passaggi e molti movimenti belli… spero di riprovarla con temperature più alte e di riuscire a farla tutta in libera.
Questa via mi ha dato diversi spunti di riflessione.
Sicuramente se non ci fosse stato il messaggio del Guerza non l'avrei mai provata , fermandomi al fatto che era al di sopra del mio grado. Questo, da una parte è il giusto modo di procedere anche se un po’ limitante perché mi preclude il confronto stesso con i miei limiti e le emozioni che ne conseguono. Tornando indietro la rifarei, quindi il mio escludere tante cose a priori forse va in parte rivisto. Una cosa che mi ha fatto riflettere riguarda il fatto che molte volte ho arrampicato ad ore ed ore di auto da Brescia...ma praticamente mai nelle montagne di casa.
Sciocco!decisamente! anche per questo aspetto devo un po rivedere le mie scelte.
Le emozioni che ho vissuto non sono certo meno forti di quelle che ho sentito in dolomiti o ad Arco, anzi, sotto certi aspetti lo sono state ancora di più perché mi ha permesso di vedere luoghi a me familiari da un "punto di vista" diverso.
Fare questa via mia ha fatto davvero venir voglia di piantar chiodi, di andare alla ricerca di una linea di salita, di esplorare….prendere e andare…

Complimenti agli apritori, Andre Guerzoni e Andrea Cominelli.












attacco

Partenza dal secondo tiro





ultimo tiro